Europa

La Germania ad un anno dal voto politico priva di qualsiasi progetto europeo.

Il governo del problema dell’immigrazione è reso ancora più difficile dall’inadeguatezza politica e socioculturale degli Stati nazionali.

Invece di indirizzare le loro energie alla ricerca di soluzioni inefficaci rispetto al problema della mancanza di influenza dei loro Stati, i maggiori leader europei, della Francia e della Germania in particolare, dovrebbero riconoscere che gli interessi generali dei propri cittadini coincidono con quelli dell’Europa nel suo complesso e fondere i loro eserciti e le loro diplomazie all’interno di uno Stato federale europeo.

Se l’Europa rimarrà semplicemente un modello di cooperazione regionale, sarà destinata al declino.

La politica della Polonia dimostra quanto critica ormai sia la situazione europea dopo l’allargamento dell’Unione a 27 paesi e l’arresto di un profondo processo di unificazione.

In bilico tra USA, Germania e ambiguo europeismo.

Il problema della riforma del sistema di voto a maggioranza in seno al Consiglio europeo è una delle questioni più spinose. Dobbiamo però essere consapevoli che, qualunque riforma venga approvata, le cose all’interno dell’Unione non cambieranno molto.

In questo scritto, pensato in un momento in cui de Gaulle sembrava aprirsi all’ipotesi che Londra entrasse nella Comunità, Albertini delinea, con un’analisi che anticipa con straordinaria preveggenza l’evoluzione futura della Comunità, il significato di un eventuale allargamento del Mercato comune.

L’Europa non ha fatto il salto federale e la Germania ha ormai da tempo ripreso, a fianco della sua tradizionale politica europea, una politica che si può, a buon diritto, definire nazionalista.

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