Mi sembra corretto iniziare con un particolare ringraziamento al Presidente del Consiglio regionale, avv. Attilio Fontana, che ci ha concesso per ben due volte di affrontare i temi europei nelle strutture della Regione.

Devo sottolineare che quattro associazioni sono state coinvolte, e precisamente l’Associazione Ex-parlamentari, l’AEDE, l’ANCI e il Movimento Federalista Europeo. Insieme abbiamo discusso e deciso di costituire a Milano un Comitato lombardo d’iniziativa per lo Stato federale europeo. L’obiettivo prioritario è stato quello di stimolare la classe politica e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione dell’unità politica. E’ ormai chiaro che l’Europa può affrontare le sfide del nuovo millennio solo con la costituzione di uno Stato federale, di quella Federazione progettata negli anni ’50 dagli iniziatori (De Gasperi, Adenauer, Schumann, Spinelli, Monnet) e che oggi può vedere la luce solo con l’iniziativa di un primo nucleo di paesi (i Sei fondatori della Comunità). Tale iniziativa è di attualità dopo l’allargamento dell’Unione a 25 e presto a 27.

Consideriamo il Trattato costituzionale un risultato importante che fa fare all’Europa al tempo stesso passi avanti – nel senso di più democrazia – e passi indietro là dove accresce il peso del livello intergovernativo. Il problema aggravato da quella impegnativa parola “Costituzione” che ormai entrata nell’uso e che fa pensare ad uno Stato, quasi che l’Unione stesse davvero acquisendo una fisionomia statuale e federale, facendo credere a molti che l’Europa sia quasi fatta. Non è così.

L’Unione monetaria è stata un importante fattore di coesione fra i paesi europei ma, in assenza di un governo europeo, non è in grado di esplicare tutte le proprie potenzialità, tanto sul piano interno quanto sul piano internazionale.

Forse è un sogno: ma se un giorno un trasferimento di sovranità metterà la politica economica e la politica estera e di difesa nelle mani di un governo federale europeo, allora sì che l’Europa potrà parlare con una sola voce e avere un ruolo nel quadro mondiale (e il tema della pace, dello sviluppo, del rispetto dei diritti dell’uomo verranno finalmente posti in posizione prioritaria).

Il Comitato lombardo già indicato sarà aperto a tutti coloro – individui, associazioni o enti – che ne condividono gli obiettivi. Esso nasce in Lombardia, regione cruciale nella storia dell’unificazione europea, ma conta di costituire un precedente per altre regioni e città in Italia e in Europa.

Concludo ringraziando il Prof. Draetta, relatore di questo convegno, e tutti i deputati italiani ed europei che daranno con il loro apporto un contributo significativo.

 

 

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