Il punto di Publius

Settembre è stato un mese denso di avvenimenti per l’Europa. La consapevolezza della gravità della crisi, che nessuno Stato europeo è in grado di risolvere da solo, si accompagna alla presa d’atto quasi unanime dell’urgenza del completamento dell’Unione.

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È quasi una valanga: in questo momento il numero di prese di posizione sull’avvenire dell’Europa da parte di personalità politiche di primo piano supera ogni previsione”.

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La crisi che sta colpendo l’Italia è una crisi nazionale nella misura in cui fa emergere tutte le debolezze e i ritardi di un paese che è giunto alla fine degli anni Ottanta già indebolito da specifiche fragilità. Ma la crisi al tempo stesso è anche europea e occidentale.

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L’ Italia sta attraversando una delle fasi più difficili della sua storia. Fattori strutturali, gravi, di debolezza interna si accompagnano ad un quadro internazionale che vede tutto l’Occidente, e l’Europa in particolare, in grave difficoltà. E’ impensabile pertanto che la soluzione ai problemi del nostro paese possa essere ricercata esclusivamente sul piano nazionale.

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Se il passaggio di sovranità dagli Stati all’Europa è il nodo cruciale da sciogliere per salvaguardare il futuro del nostro continente, la vera sfida per gli europei è quella di andare oltre il metodo comunitario.

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Il compromesso raggiunto dal Consiglio del 25 marzo scorso, basato sulla ferma volontà tedesca di non sostenere la Grecia, non ha prodotto una soluzione. Per uscire dalla crisi l’eurogruppo dovrà gestire un potere di intervento nelle politiche economiche e di bilancio sia dei paesi.

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Cosa cambia per l’Europa con l'entarta in vigore del trattato di Lisbona? Sotto molti aspetti la risposta che sorge spontanea è: niente.

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Come previsto da Schäuble e Lamers, l’allargamento dell'Ue, avvenuto senza essere accompagnato da alcun approfondimento politico del nucleo dei paesi più integrati, ha favorito il progetto della Gran Bretagna di trasformare l’Ue in una “zona di libero scambio”.

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Si fanno sempre più spesso proposte che portano immediatamente alla questione dell’approfondimento politico dell’Unione. Come mai, allora, non si fanno passi concreti in questa direzione?

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Se la situazione di debolezza dell'Europa si protrarrà anche in futuro, gli USA ancora una volta si troveranno a doversi far carico della sicurezza del nostro continente, che diventerebbe nuovamente terreno di contesa con la Russia.

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