L'annuncio fatto il 20 aprile dal Primo Ministro Tony Blair di fronte alla Camera dei Comuni a favore del referendum in Gran Bretagna per la ratifica del trattato-costituzione europeo, dovrebbe chiarire, una volta per tutte, quanto sia inutile e pericoloso per gli europei continuare a sperare di risolvere a Venticinque i loro problemi aggrappandosi ad una costituzione che Costituzione non è. Blair è stato chiaro: nessuna adozione, e a maggior ragione nessuna ratifica di nuovi trattati da parte della Gran Bretagna è possibile nel prevedibile futuro se si mette in discussione la sovranità nazionale. Per Blair la cosiddetta costituzione europea non mette in discussione questo principio, quindi la sua adozione o non adozione, ratifica o non ratifica, sono in definitiva problemi di immagine, non di sostanza per il governo britannico. Poche settimane fa il Ministro degli esteri Straw aveva già rassicurato la Camera dei Comuni citando, tra l'altro, le conclusioni della commissione della Camera dei Lords sull'Unione europea, in cui si afferma che "è ormai chiaro che, qualora la proposta della Convenzione venisse adottata, gli equilibri di potere nell'Unione europea evolveranno dalla Commissione europea agli Stati membri".
Le dichiarazioni di Blair confermano che in Gran Bretagna il dibattito sul futuro dell'Europa vede in sostanza "contrapporsi" due grandi schieramenti che sono entrambi euroscettici ed antifederalisti: il primo, attualmente al governo, che sostiene l'approvazione del trattato-costituzione in quanto non federale e quindi non pericoloso, il secondo, all'opposizione, che è contro l'approvazione del trattato­costituzione in quanto lo considera addirittura troppo avanzato.
Il calcolato espediente di Blair ha messo in difficoltà sia i suoi avversari interni che lo accusavano ­ ad arte - di fare troppe concessioni all'Europa senza ascoltare il popolo, sia i governi dei paesi favorevoli all'adozione della costituzione europea così com'è, che vorrebbero far credere che in questo trattato-costituzione ci sia molto di più di quanto non ci sia in realtà. A differenza degli altri paesi europei, la Gran Bretagna post-imperiale ha da tempo deciso di legare il suo futuro a quello degli USA, e non all'Europa. Per questo il governo britannico, a differenza degli altri governi, può apertamente ammettere che l'Europa di oggi è una finzione sul piano continentale per quanto riguarda le politiche di sviluppo e crescita: il rapporto presentato dal tesoro britannico nel giugno dello scorso anno in merito alle prospettive di adesione della Gran Bretagna all'euro metteva in evidenza le contraddizioni ed i pericoli di una politica monetaria europea svincolata da politiche economiche e fiscali nazionali. Non a caso questo rapporto prendeva come modello di riferimento l'unica unione monetaria sopravvissuta a lungo con successo: quella nata e sviluppatasi negli Stati Uniti d'America. Sempre per questo il governo britannico accetta senza retorica il fatto che l'Europa di oggi è una finzione sulla scena internazionale. Con l'Europa, la Gran Bretagna post-imperiale dagli anni cinquanta non si pone il problema di integrarsi pienamente, ma di restare "a leading partner and ally", come precisa Blair quando cerca di spiegare che cosa significa per la Gran Bretagna restare al centro dell'Europa.
Blair non ha avuto difficoltà a ribadire alla Camera dei Comuni che questa costituzione europea non creerà gli Stati Uniti d'Europa, né rimetterà in discussione il diritto della gran Bretagna di decidere della pace e della guerra, né abolirà il diritto di veto nazionale su questioni cruciali quali la fiscalità, la politica estera, la difesa, la giustizia sociale e la giustizia tout court. Chi può smentirlo?
In assenza di un progetto credibile per fare davvero l'Europa, progetto che non può nascere se non nell'ambito del ristretto gruppo dei paesi che hanno fondato le prime Comunità, sarà difficile incanalare il dibattito e l'azione politica sul tema cruciale per il futuro dell'Europa, la creazione di uno Stato federale capace di contrastare il declino e la marginalizzazione degli europei. Ma dopo le dichiarazioni di Blair sarà anche più difficile continuare a sostenere che questa costituzione europea è una vera costituzione e che seguendo questa strada si farà la federazione europea.

 

Informazioni aggiuntive