In relazione alla proposta di organizzare un referendum europeo nel 2009, sostenuta anche dal MFE nella prospettiva di far rivivere il Trattato costituzionale europeo, è inesatto paragonare l’eventuale impegno dei federalisti su questo terreno, come qualcuno ha fatto, con quello per l’elezione europea e per la moneta.

Il diritto di voto a livello europeo era un concetto molto chiaro, non si prestava ad equivoci.

Anche la moneta era un concetto molto chiaro. In entrambi i casi era facilmente comprensibile che si trattava di trasferire poteri dai livelli nazionali al livello europeo.

Il referendum europeo avrebbe senso se chiedesse SI’ o NO non a un testo complesso che si occupa di molte cose, ma a una domanda semplice e chiara. L’analogia vera e convincente è, o sarebbe, con la domanda del nostro referendum del giugno 1989; la ricordiamo tutti: “Volete voi che la Comunità europea diventi una vera Unione con un Governo responsabile di fronte a un Parlamento al quale sia attribuito il mandato costituente?”.

Un referendum europeo dovrebbe chiedere: “Volete voi che l’Unione europea diventi uno Stato federale retto da una Costituzione che A) sarà scritta da un’Assemblea Costituente che sarà eletta dai cittadini di quei Paesi dove si registrerà una maggioranza di SI’a questa domanda e B) varrà solo per i Paesi nei quali sarà ratificata secondo le procedure in vigore?”.

 

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