Vi è spazio per avviare e sviluppare, in paesi difficili ma cruciali, come Francia e Germania, una campagna coraggiosa e determinata. Di norma i rapporti tra Comuni gemellati hanno contenuti economici, culturali, turistici, sportivi, gastronomici. E’ però una consolidata tradizione federalista utilizzarli ai fini delle nostre campagne, dotandoli anche di contenuti politico-istituzionali. L’esperienza di alcune sezioni del MFE in Emilia-Romagna, nelle quali sono stato spesso personalmente coinvolto, lo ha dimostrato sia in passato che in tempi più recenti (e più difficili).

Un primo esempio risale a diversi anni fa, quando i Sindaci di Ferrara e Kaufbeuren (una cittadina della Baviera) firmarono, oltre al patto di gemellaggio, anche l’Appello “Per un’Europa democratica e capace di agire”, che il MFE aveva predisposto in vista del Vertice di Maastricht; evidentemente quella firma congiunta ebbe un suo significato, forse non solo simbolico, tanto che il Cancelliere Kohl ci fece scrivere assicurando che il governo tedesco avrebbe continuato i suoi sforzi verso gli Stati Uniti d’Europa.

Qualche tempo dopo ebbe un esito altrettanto positivo un’azione promossa dai federalisti emiliani ed attuata dal Sindaco di Ravenna in occasione del 35° anniversario del gemellaggio con Chartres, celebrato appunto a Chartres assieme ad altri due Sindaci europei (Speyer am Rhein e Chichester). Il documento firmato nella città francese dai Sindaci “gemelli” fu la base di un’iniziativa messa a punto in EmiliaRomagna con l’adesione dei Presidenti del Consiglio Regionale e della Giunta, nel quadro della campagna a favore del “SÌ”, in occasione del referendum francese per la ratifica del Trattato di Maastricht (era il settembre del 1992 – nei nostri archivi è custodita la lettera nella quale, tre giorni prima del voto, il governo francese ci ringraziava per quello che avevamo fatto).

Venendo a tempi più recenti, molto più difficili da ottenere, ma di molto maggior significato, sono risultate le adesioni all’Appello “NO a una Costituzione senza Stato SÌ a uno Stato federale europeo”. Alla data di oggi, l’Appello è stato sottoscritto da due coppie di Sindaci gemellati: Bondeno (FE) e Dillingen an der Donau (Baviera), entrambi Sindaci di destra, e Vigarano Mainarda (FE) e Caudebeclès Elbeuf, che sono invece di sinistra. Ma l’Appello è stato firmato anche dai Sindaci di altri Comuni (Ferrara, Ravenna, Faenza, Argenta, Migliaro, Migliarino) e proposti ai Sindaci gemellati con esito, per ora, negativo o incerto.

I Sindaci di Bergerac, di Tréveneuc (Bretagna) e di Villabé (Ile de France), gemellate rispettivamente con Faenza, Migliaro e Migliarino, nel corso di colloqui personali, hanno spiegato di non poter firmare un documento in cui si chiede di rinunciare alla sovranità nazionale, ovvero, per il quale si ritiene che “l’opinione pubblica non sia ancora pronta”. Queste considerazioni confermano da un lato che l’Appello mette il dito sulla piaga (la questione dello Stato e della sovranità), dall’altro evidenziano l’importanza delle azioni di piazza che possono servire, anche in Francia, ad eliminare l’alibi della cosiddetta indisponibilità dei cittadini.

Il Sindaco di St. Etienne (gemellata con Ferrara) si è riservato di decidere, il che rivela una decisione sofferta, e così il Sindaco di Chartres (gemellata con Ravenna). Infine, il Sindaco di Digione (gemellata con Reggio Emilia), in una lettera indirizzata a me, come Presidente regionale del MFE, si mantiene in una posizione ambigua, nel senso che non aderisce all’Appello e nemmeno lo rifiuta, ma ammette “che il processo deve avere uno sbocco federale”.

Sono ancora risultati relativamente modesti. Dimostrano tuttavia che vi è spazio per avviare e sviluppare, in paesi difficili ma cruciali, come Francia e Germania, una campagna coraggiosa e determinata per dimostrare, anche attraverso la firma dei Sindaci (spesso specchio ed espressione fedele dell’opinione prevalente nelle loro Comunità) che una parte non trascurabile dell’opinione pubblica accetta l’idea di uno Stato federale europeo e ritiene che l’iniziativa debba partire dai Paesi fondatori.

 

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