Il Mercato comune dell’America meridionale sin dalla sua nascita si è richiamato allo spirito e agli ideali che hanno promosso in Europa prima il MEC e successivamente l'Unione europea.

Il Mercato comune dell’America meridionale (MERCOSUR) sin dalla sua nascita avvenuta nel 1991 con il Trattato di Asuncion si è richiamato allo spirito e agli ideali che hanno promosso in Europa prima il MEC e successivamente il suo sviluppo in Unione europea.

L’esperienza e le vicende dell’Unione europea non sembrano però aver evitato al MERCOSUR di ripercorrerne sino ad oggi gli stesi errori ed equivoci istituzionali. Ai quattro paesi fondatori (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) si è aggiunto nel luglio del 2012 il Venezuela dopo un’aspra polemica durata sei anni che ha visto il Paraguay opporsi con la motivazione che il nuovo ingresso avrebbe destabilizzato l’intero MERCOSUR. Una vicenda che rimanda alla mente la polemica francese, negli anni ’60, a proposito dell’ingresso del Regno Unito nel MEC.

Per altro, l’ingresso del Venezuela ha realmente inasprito i rapporti tra i paesi membri del MERCOSUR e dell’intero sub continente, per le sue posizioni in campo di politica estera, violentemente anti statunitensi e per le recenti scelte del Presidente Maduro contro le opposizioni interne che hanno portato in carcere con pesanti condanne il sindaco di Caracas e il leader dell’opposizione. Il clima politico dell’intera regione si è aggravato con l’espulsione di migliaia di cittadini colombiani accusati di sfruttare la crisi economica in cui è precipitato il Venezuela, che ha una inflazione che si aggira intorno al 100% e una mancanza cronica di prodotti alimentari di prima necessità nonché dei prodotti farmaceutici.

L’allargamento del MERCOSUR è destinato ad estendersi nei prossimi cinque anni certamente alla Bolivia e molto probabilmente anche a Colombia e Perù (oggi paesi associati). Se per certi aspetti l’allargamento, come avvenuto in Europa con l’ingresso di Spagna, Portogallo e Grecia, tende a favorire e consolidare lo sviluppo democratico dei paesi membri, il mancato consolidamento in contemporanea di istituzioni comuni tende a ritardare e a rendere più complesso ogni tentativo di integrazione politica, sino ad alimentare addirittura tendenze contrarie: esattamente come sta avvenendo nell’Unione europea ove dilagano forze anti europeiste, seppur minoritarie.

La nascita del MERCOSUR si è basata sull’asse argentino-brasiliano e sulla volontà dei due paesi, alla fine degli anni Ottanta, di consolidare governi democratici dopo decenni di violenti regimi autoritari. Un atto politico cruciale che rimanda alla mente l’asse franco-tedesco, vero motore in passato dell’Unione europea. Va detto che questa intesa politica tra i due più grandi paesi dell’America latina ha saputo stroncare nel maggio del 2000 un golpe militare in Paraguay: fu emesso un duro comunicato politico dei tre paesi membri del MERCOSUR, Argentina-Brasile-Uruguay, che minacciava l’espulsione del Paraguay dalla comunità politica e il non riconoscimento del nuovo governo perché tra gli atti fondativi del MERCOSUR vi è il principio della difesa e del consolidamento di istituzioni democratiche.

Resta però il nodo di consolidare politicamente quanto di positivo è stato costruito in questi 25 anni e da questo punto di vista il continuo rinvio di elezioni a suffragio universale del Parlamento del MERCOSUR (Parlasur con sede a Montevideo) non facilita il processo. Solo nel 2020 il Parlasur avrà eletti tutti i propri membri con libere elezioni, ma con sistemi elettorali diversi nei singoli paesi, esattamente come è accaduto ed accade nella Unione europea. Ed esattamente come avvenuto in Europa le elezioni a suffragio universale del Parlasur che erano state inizialmente previste per il 2015 si concretizzeranno solo nel 2020 per gli adeguamenti costituzionali ed elettorali di tutti i paesi membri, salvo eventuali nuovi ritardi dovuti alle nuove adesioni. Ma i ritardi come ben sappiamo in Europa non facilitano i processi d’integrazione via via che si procede agli allargamenti. Va inoltre aggiunto che le continue crisi economiche in Argentina e quelle politiche più recenti in Brasile (con gravi atti di corruzione politica che coinvolgono le forze di governo e la stessa Presidente Rousseff) indeboliscono l’asse politico che potrebbe dare una svolta ad una maggiore integrazione politica. Ed è così che si alimentano gravi polemiche che minacciano addirittura lo scioglimento del MERCOSUR. Basti pensare che il Presidente del Senato del Brasile, certamente una voce autorevole del paese, ha dichiarato lo scorso 13 agosto che è auspicabile lo scioglimento del MERCOSUR perché così facendo il paese avrebbe maggiori opportunità in sede di trattative commerciali bilaterali (il MERCOSUR prevede accordi a livello regionale con alcuni vincoli sia nel campo dell’import che dell’export). La poderosa CNA (la confederazione degli agricoltori brasiliani) ha prontamente appoggiato la richiesta. Un altro tema, quello della politica agricola comune, che rimanda alla mente passate vicende europee (si pensi alla crisi del vino e alle quote latte). In campo energetico è recente la polemica innescata dal Paraguay contro Argentina e Brasile a proposito dello sfruttamento, considerato illegittimo, dell’energia elettrica generata dalle cascateYacyretá e Itaipú.

Mentre fervono queste polemiche interne al MERCOSUR va segnalato, nel contempo, che proprio dal Parlamento del MERCOSUR, lo scorso 19 agosto, la delegazione del Paraguay ha richiesto che il Parlasur sia dotato di poteri sovranazionali che siano vincolanti per i paesi membri. Non viene perà affrontato il nodo di come garantire questa sovranità ad un parlamento che non abbia poi l’autorità di esprimere un governo.

Temi anche questi ben noti a chi sostiene la causa di una effettiva unione politica dell’Unione europea e che ancora una volta dimostrano che se l’Unione europea sapesse dotarsi, partendo da alcuni paesi membri, di un a effettiva sovranità politica, anche il MERCOSUR avrebbe certamente un modello ed un esempio positivo cui ispirarsi.

 

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