Il calendario elettorale in Europa è fitto di appuntamenti cruciali per capire il clima con cui gli stati si avviano alle elezioni per il Parlamento europeo di maggio 2019. Domenica 14 si è votato in  Baviera e in Lussemburgo. La Baviera è il secondo stato più popoloso della Germania, con 9 milioni di elettori; il più ricco del paese, sede di alcune delle più importanti società tedesche come BMW e Siemens, con un PIL superiore ad alcuni stati membri dell’UE. L’Unione Cristiano-Sociale (CSU), il partito conservatore bavarese storico alleato della CDU di Angela Merkel, ha perso la maggioranza assoluta dei seggi nel parlamento locale. La CSU si è confermata il primo partito ma i suoi voti sono passati dal 47,7% del 2013 al 37,2%. Il secondo partito più votato con quasi il 18% sono stati i Verdi. Il partito di destra radicale e xenofobo AfD ha ricevuto il 10,2% dei voti ed entrerà per la prima volta in Parlamento anche in Baviera; un risultato inferiore alle ultime elezioni federali ma comunque preoccupante. Si è poi affermata un’alleanza di piccoli partiti Liberi Elettori (FW), che ha ottenuto l’11,6% dei voti, un movimento liberale, conservatore, euroscettico e tradizionalista, che intende limitare il ricongiungimento familiare per i rifugiati e facilitare il rimpatrio degli immigrati. Il Partito Socialdemocratico (SPD) ha ottenuto solamente il 9,7% dei voti confermando un trend negativo di lunga durata in Germania ed Europa, mentre il Partito Liberale Democratico (FDP) si è fermato al 5,1%. Uno dei motivi che ha portato alla perdita del consenso CSU sono i contrasti che da almeno tre anni si sono scatenati tra CSU e CDU (che insieme formano l'Unione al governo del Paese insieme alla SPD) in particolare sulla politica migratoria. I leader della CSU, in particolare Horst Seehofer, Presidente del Partito, ex Presidente della Baviera e ora Ministro degli Interni, vorrebbero una linea più dura e sovranista, rispetto alla CDU di Angela Merkel che è alla ricerca di una soluzione europea e condivisa con tutti gli Stati Membri. Gli elettori non hanno chiaramente approvato questa svolta nazionalista. Il fatto positivo da sottolineare è che il blocco nazionalista e populista è ancora minoritario. Mentre per la sinistra Socialdemocratica dovrebbe essere colto come segnale che per recuperare il consenso è necessaria una credibile svolta sul piano Europeo se vogliono tornare ad essere una forza progressista in grado di proporre soluzioni incisive rispetto ai processi politico-sociali in corso. Come già successo negli stati del nord Europa i Verdi stanno aumentando il loro consenso traendo vantaggio dalla crisi SPD e degli altri partiti tradizionali; anche in Assia, dove si terranno le elezioni regionali a fine mese, sono in crescita e sono dati al 18%. I Verdi in Europa stanno portando avanti una visione antifascista, europeista, liberale e di apertura sui temi dell’immigrazione, trattando ad esempio il tema della difficoltà di ottenere permessi di lavoro. Queste elezioni sono un forte segnale per il governo tedesco perché si assuma le sue responsabilità nel sostenere e portare avanti  il necessario processo di riforma dell’assetto europeo a partire dalla zona Euro.

In Lussemburgo sono giunti in testa i cristiano-sociali del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker arrivati al 28%, seguiti dai socialisti al 18% e dai liberali al 17%. I Verdi hanno guadagnato cinque punti, passando dal 10 al 15%, e arrivando in quarta posizione. I risultati fanno pensare che resterà al potere l’attuale coalizione composta da Partito popolare cristiano sociale, Partito democratico, Partito socialista operaio lussemburghese e dai Verdi. Comunque si osserva che i partiti della coalizione di governo hanno ottenuto risultati peggiori dell’elezione del 2013 a parte i Verdi.

L’aumento del consenso in vari paesi per i partiti nazionalisti e populisti è preoccupante in vista del rinnovo del Parlamento europeo nel maggio 2019 perché potrebbe portare un consistente avanzamento del blocco euroscettico. Per contrastare questo fenomeno i partiti europeisti dovranno allearsi in una comune piattaforma per sostenere la necessità di un processo costituente per completare il processo di integrazione europea con tutti i paesi che vogliono entrare a farne parte a partire da quelli dell’Eurozona. Questo progetto dovrebbe essere portato avanti insieme dalle forze tradizionali che stanno attraversando un periodo di crisi e da quelle che si stanno rafforzando  come i Verdi, al di là delle differenti idee politiche su singoli temi. Questioni come l'ambiente, la crisi dei migranti, la giustizia sociale possono essere affrontati efficacemente solo costruendo delle istituzioni europee sovrane e legittimate democraticamente.

 

 

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