Comunicato stampa del Comitato per lo Stato federale europeo, Milano 13 giugno 2008

 

UNA FALSA UNIONE NON PUO’ ESSERE RIFORMATA: DEVE ESSERE RIFONDATA

 

Il risultato del referendum irlandese sul trattato di Lisbona non ha fatto che mettere ancor più in evidenza uno stato di incapacità decisionale e di confusione che di fatto era già palese. Il fatto che il NO ad un trattato così modesto, che non mette in gioco alcun significativo trasferimento di sovranità nazionale a livello europeo, sia prevalso in uno dei paesi che ha maggiormente beneficiato negli ultimi trent’anni dalla sua adesione alla Comunità europea, conferma quanto distanti i partiti ed i leaders politici siano ormai dalle opinioni pubbliche e come il futuro dell’Europa sia lasciato al caso. Nonostante i successi conseguiti in diversi campi, l’Unione europea resta una falsa unione, in cui qualsiasi riforma è condannata ad essere annacquata da mille reticenze, ambiguità e rallentamenti. L’avventura dell’unificazione del continente, che ha consentito all’Europa occidentale di godere di oltre mezzo secolo di pace e di prosperità, sta quindi minacciando seriamente di fallire. E’ legittimo sperare che l’Unione europea possa portare a compimento negli anni a venire ciò che essa non è stata capace di fare fino ad oggi? La risposta è no.

Molti uomini politici in Europa, anche se non vedono con chiarezza l’obiettivo dell’unità federale, sanno che la salvezza del continente passa per un rafforzamento radicale delle istituzioni dell’Unione. Ma le loro dichiarazioni e le loro proposte, fino a che vengono avanzate nell’attuale quadro a ventisette suonano inevitabilmente come velleitarie e propagandistiche. E’ urgente che essi si rendano conto del fatto che in questo quadro qualunque progetto che si proponga di realizzare una solida unione politica, quale che sia la sua forma, è ormai divenuto impraticabile. E qualcuno sembra incominciare a capire che la sola via attraverso la quale il processo può riprendere e diventare irreversibile è quella di un cambiamento del quadro.

La responsabilità di questa azione profonda ricade sui Paesi fondatori e in primo luogo sulla Francia e sulla Germania. Ad essi spetta il compito di: a) rilanciare la costruzione europea fuori dai Trattati esistenti, che ormai non offrono margini di progresso in senso federale; b) sottoscrivere un patto federale, attraverso il quale gli Stati disposti a farlo trasferiscano a livello europeo la sovranità in campo militare e nella politica estera; c) assumere l’impegno di convocare un’Assemblea costituente da eleggere nei paesi che abbiano sottoscritto e ratificato il patto, con il mandato di redigere la costituzione dello Stato federale europeo aperto a quanti vorranno aderirvi, a partire da quei paesi che hanno già aderito all’euro.

 

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