Il NO della Francia non è un NO all’unità politica dell’Europa, ma è un NO a questa Costituzione e a questa Unione europea. Un’Unione che ha tolto potere agli Stati senza darlo ad un governo europeo, democratico e capace di agire. Un’Unione senza un governo e senza un disegno politico. Un’Unione dei proclami e delle promesse, incapace di politiche reali per la nostra economia e la nostra società. Un’Unione debole, succube e rassegnata sulla scena mondiale. Un’Unione fondata sull’illusione che si possa costruire l’Europa mantenendo le sovranità nazionali. Questa Europa divisa e impotente – che la retorica europeista non riesce più a dissimulare – rinfocola vecchi nazionalismi, suscita nuove paure e insoddisfazioni, e perde sempre più il sostegno dei cittadini, anche di quella parte tradizionalmente proEuropea, anche nei paesi che sono parte del progetto europeo fin dai suoi inizi. E’questa la verità che la Francia ha avuto il coraggio di proclamare. E’un segnale d’allarme che sarebbe grave e pericoloso sottovalutare o ignorare.

Il Trattato che adotta la Costituzione europea era un compromesso debole e ambiguo, ma in verità l’unico possibile in un’Unione europea composta da 25, e presto 27, Stati membri sempre più eterogenei e con una visione divergente non solo del ruolo dell’Unione, ma anche delle ragioni profonde dell’unificazione e della sua finalità. E’ urgente prendere atto che l’unità politica di cui gli europei e il mondo hanno oggi bisogno è possibile solo con la fondazione di un vero Stato federale europeo dotato di un governo pienamente sovrano in materia di politica estera, di sicurezza e di difesa e nella politica economica e fiscale. E’ però impossibile trasformare l’intera Unione in uno Stato federale, semplicemente perché molti dei suoi Stati membri sono a priori contrari. L’unica via d’uscita da questa impasse è che un’avanguardia di paesi dia vita al primo nucleo di uno Stato federale, all’interno della più ampia “confederazione” rappresentata dall’Unione allargata, aperto ai paesi dell’Unione che vorranno aderirvi.

Un’enorme responsabilità grava sui sei paesi che hanno fondato la prima Comunità. Essi sono i soli nei quali il significato profondo dell’unificazione europea è ancora percepito e nei quali la disposizione della classe politica, delle parti economiche e sociali, della società civile e dei cittadini nel loro complesso è ancora tale che – se la scelta dello Stato federale europeo fosse presentata in modo chiaro e concreto – essa troverebbe il consenso necessario. L’Italia ha una responsabilità particolare. Se, come prevedibile, la Francia sarà indebolita dal referendum e la Germania sarà riluttante a proposte unilaterali, l’Italia può avere un ruolo importante, come lo ha avuto ad esempio al tempo della CED e più recentemente per la creazione della moneta unica. Dall’Italia può partire una proposta ai Sei paesi fondatori per riunirsi e discutere il rilancio dell’unificazione politica tramite un nuovo patto federale attraverso il quale i paesi che lo vogliono decidono di mettere in comune le rispettive sovranità e creare il primo nucleo di uno Stato federale e, su questa base, danno ad un’assemblea costituente il mandato di redigerne la Costituzione.

Se non partirà presto un’iniziativa coraggiosa e prevarranno la cautela, la voglia di unanimità e le soluzioni confuse, allora l’ostilità dei cittadini continuerà a crescere e l’Europa continuerà il suo declino. Se invece emergerà la prospettiva chiara di un nuovo atto fondatore per un progetto ambizioso, l’Europa potrà recuperare il consenso dei cittadini e ritrovare la strada dell’unità politica, per dare finalmente agli europei il controllo del proprio destino.

E’il tempo del coraggio e del rilancio, non della rassegnazione. I federalisti europei risponderanno con vigore a questa sfida, riaffermando l’obiettivo di Altiero Spinelli ed impegnandosi in una campagna europea per la mobilitazione dei cittadini e della classe politica in favore del primo nucleo di uno Stato federale europeo.

Comitato per lo Stato federale europeo

Milano 30 Maggio 2005

 

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