Joschka Fischer è stato ministro degli Esteri della Germania e vice-Cancelliere dal 1998 al 2005, e ha guidato il partito dei Verdi tedeschi per quasi vent’anni.
Queste citazioni sono tratte da un articolo apparso sui principali giornali europei nell’ottobre 2011, reperibile presso http:// www.projectsyndicate.org/commentary/ fischer67/English.

“L’Eurozona è al centro della crisi finanziaria globale perché è l’unico caso in cui, nonostante si parli della moneta mondiale più importante dopo il dollaro, la crisi colpisce una “struttura” debole, che sta dissipando la fiducia dei cittadini e dei mercati nella sua capacità di risolvere i problemi, e non uno Stato con poteri reali. In altre parole, la crisi finanziaria, in questo momento, riflette una crisi politica dell’Eurozona, che chiama in causa i fondamenti della stessa esistenza del progetto europeo. Se l’Unione monetaria fallisce avremo cancellato sei decenni di successi dell’integrazione europea, con conseguenze imprevedibili: (...) l’Europa diventerà l’oggetto delle nuove potenze mondiali.

La causa della crisi europea non risiede in tre decenni di neoliberismo. Né è il risultato dello scoppio della bolla speculativa finanziaria, o della violazione dei criteri di Maastricht, o del gonfiarsi dei debiti o dell’avidità delle banche. Per quanto possano essere importanti questi fattori, il problema dell’Europa non è quello che successo, ma quello che non è successo: la creazione di un governo europeo. Se il potere politico europeo non sarà “europeizzato”, facendo evolvere l’attuale confederazione in una federazione, l’Eurozona – e l’intera Unione europea – si disintegrerà. Al contrario, se verrà affrontato subito il deficit politico dell’Unione monetaria, creando innanzitutto un’unione fiscale, una vera federazione politica diventerà possibile. E su questo punto bisogna essere chiari: solo gli Stati Uniti d’Europa, e nulla di meno, avranno sufficiente potere per prevenire il disastro.

Che piaccia o no, l’Eurozona dovrà agire come un’avanguardia all’interno dell’Unione europea, perché l’UE con i suoi ventisette paesi membri non avrà mai la volontà, né la capacità, di accelerare l’unificazione politica”.

 

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