TOMMASO PADOA-SCHIOPPA

(...) “Bonanni Oggi intanto a Bruxelles l’Europa si accinge ad un nuovo passo nell’ignoto con la decisione di aprire i negoziati per l’adesione della Turchia. E’a favore di questa scelta?

T. Padoa Schioppa “I rapporti tra l’Unione europea e la Turchia hanno una storia lunga e un lungo futuro. Nemmeno il passo di oggi è decisivo. Ma non condivido la visione di quanti si oppongono ad un ingresso di Ankara per il timore che un eccessivo allargamento dell’Unione renda impossibile un approfondimento della sua integrazione. La chiave del futuro rafforzamento dell’Europa in campo politico e strategico non è nelle mani della Turchia, ma in quelle dei paesi fondatori. E’in questi paesi, e in particolare in Francia, che deve emergere la volontà di completare l’edificio europeo. La costruzione dell’Europa è andata avanti quando alcuni Paesi del nucleo storico hanno deciso di fare cose nuove senza aspettare gli altri, ma senza chiudere loro la porta in faccia. E’successo con i Trattati di Roma, con l’accordo di Schengen sull’abolizione delle frontiere, con l’Unione monetaria. Può succedere ancora, se ce ne sarà la volontà. L’allargamento non è un ostacolo all’approfondimento dell’integrazione. Semmai può essere un alibi per chi non vuole andare avanti”.

la Repubblica,16 dicembre 2004

PIERRE JONCKHEER

Presidente dell’Osservatorio sociale europeo (Ose) di Bruxelles e vicepresidente dei Verdi al Parlamento europeo

Dopo aver analizzato piccoli pregi e grossi difetti del Trattato, che propone di approvare come soluzione obbligata, afferma: “Per aver seguito, e partecipato indirettamente, ai lavori per la Costituzione per 18 mesi, mi è chiaro che non vi è alcuna possibilità politica di arrivare, con l’unanimità di 25 Paesi, a un risultato qualitativamente diverso da quello ottenuto con questa Conferenza intergovernativa. Me ne dispiace profondamente, ma è così.”

Come alternativa, Jonckheer non parla esplicitamente di un nucleo dentro l’Unione, ma vede come strada ipotetica per chi volesse costruire qualcosa di più valido quella di “uscire dall’Unione e costruire qualcosa di diverso, che vada al di là dei trattati esistenti e al di là dello spazio economico europeo”.

Euronote, Periodico lombardo dei tre sindacati confederali, n.33 2004.

FRANCESCO RUTELLI

(...) “Occorrono idee per cambiare l’Agenda del Paese. Qui riprendo, per titoli, alcune proposte che la Margherita ha avanzato negli ultimi tempi, su cui non è difficile trovare concordia nell’Ulivo e nella più larga Alleanza.

(...) Un nucleo federalista in Europa, se non vogliamo che vinca oggi la strategia della Thatcher di un’Unione che si allarga e si riduce ad area di libero scambio. L’Italia dell’Ulivo deve riproporre un’avanguardia europeista innanzitutto in politica estera e di difesa. La storica amicizia ed alleanza con gli Stati Uniti va rinnovata non assecondando l’unilateralismo di Bush, ma rendendo efficace il multilateralismo.”

La Repubblica, 3 gennaio 2005

SERGIO ROMANO

(...) “Oggi, dopo l’esperienza fatta in questi ultimi anni, credo che i sei paesi fondatori avrebbero dovuto sottoporre i candidati a un più severo esame di europeismo. E’ troppo tardi, naturalmente. Ma non è troppo tardi forse perché i sei trovino la forza e l’orgoglio necessari per diventare il nucleo forte di un’Unione ormai informe, insipida e annacquata”.

Il Corriere della Sera, 16 febbraio 2005

   

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