Il punto di Publius

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La necessità di di rafforzare con adeguate riforme istituzionali ed elettorali la governabilità del paese non può far dimenticare che la risposta alla crisi crescente degli Stati europei, e dell’Italia in particolare, dovrebbe avere, come priorità assoluta, la creazione di un nuovo potere statuale europeo capace di riacquisire le “quote crescenti del potere politico perso a livello nazionale”.

E’ il trionfo del nazionalismo e dei micronazionalismi, dell’identità tra Stato ed etnia. E il nazionalismo e l’intolleranza risultano tanto più evidenti quanto più piccole sono le “nazioni” che aspirano o ottengono “l’indipendenza”.

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La crisi politica che il Belgio sta vivendo, dopo le elezioni nazionali del giugno scorso, getta delle ombre non solo sul futuro di questo paese, ma anche su quello dell’Europa.

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Le due questioni che diventeranno ineludibili nel prossimo futuro sono l’individuazione del quadro all’interno del quale è possibile far avanzare il progetto dell’Europa politica e la definizione di tale progetto. E' attorno a queste due domande che si deciderà il futuro degli europei.

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Già si iniziano a vedere i segni della nascita di un nuovo assetto bipolare, in cui si confronteranno un solido blocco orientale, costruito intorno all’asse russo-cinese e gli Stati Uniti con alcuni alleati occidentali. Cosa intendono fare gli europei a fronte di questi scenari futuri?

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Se gli europei si illudono se pensano che  mantenendo solo l’Europa dei trattati saranno risparmiati dagli effetti delle prossime crisi.

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Nonostante gli apparenti successi in Libano, finché gli europei non decideranno di fondare un nucleo di Stato federale europeo sovrano nel campo della politica estera e di difesa, dovranno rassegnarsi a restare sul terreno delle buone intenzioni pacifiste e della sudditanza de facto nei confronti delle scelte della potenza regionale o globale di turno.

L’unica possibilità di realizzare l’Europa politica che tanti invocano è quella di abbandonare la logica dei piccoli passi e dell’evoluzione del quadro europeo attuale e di costruire, fuori dai trattati esistenti e soprattutto fuori dal quadro dell’Unione, uno Stato federale a partire dai Paesi fondatori e con quanti altri vorranno immediatamente aderire.

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La crisi dell’Unione europea rischia di diventare irreversibile se non si riuscirà al più presto a distinguere il quadro in cui è ancora possibile prefiggersi di realizzare il progetto dell’unità politica dell’Europa da quello dell’Unione allargata in cui questo progetto non è più perseguibile, ponendo le premesse per la nascita di una federazione nella più grande confederazione rappresentata dall’Unione europea.

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