Il punto di Publius

Sono passati quasi quattro mesi da quando si è svolto il disastroso referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea. Ma, come per ogni evento politico, dopo poco più di una settimana, la maggioranza delle persone ha iniziato a disinteressarsi al caso in questione. Così, distratto dalla pausa estiva e i successivi dibattiti sulle elezioni negli Usa e sul referendum costituzionale, c’è chi si è permesso di dire che nel Regno Unito non ci sono state conseguenze in seguito al referendum. Esattamente il contrario della verità.

Quante vittime dobbiamo ancora piangere in Europa prima che gli Stati nazionali riconoscano la loro impotenza e accettino di creare gli strumenti europei per proteggere la sicurezza dei cittadini?

L’anno appena terminato è stato denso di avvenimenti drammatici che hanno investito l’Europa con una violenza che scuote le fondamenta della costruzione comunitaria.

Con la presentazione del suo nuovo libro, Guy Verhofstadt, rapporteur alla Commissione del PE per gli Affari costituzionali, scende in campo e lancia il suo progetto per una riforma radicale dei Trattati per dar vita ad un governo federale dell’Europa.

Nascosta dal polverone della polemica, la sostanza della vicenda della Grecia sembra molto più positiva di quanto non si voglia far credere. Si sono affermati infatti alcuni principi importanti, che possono aiutare a far ripartire il processo europeo con nuovo slancio.

"Il successo dell'unione monetaria dipende in definitiva dal prendere atto che condividere una moneta unica è un'unione politica, e significa assumerne fino in fondo le conseguenze". Il monito di Mario Draghi non potrebbe essere più esplicito.

L’appuntamento delle elezioni europee non deve essere scambiato per un test di politica nazionale, né per un’occasione di protesta casuale, ma deve accompagnarsi alla presa di coscienza del bivio di fronte cui ci troviamo, in quanto cittadini europei.

Affermando il principio del controllo comune del sistema bancario e della mutualizzazione dei rischi, il Consiglio del 19-20 dicembre ha segnato un punto di svolta nel processo di integrazione europea.

Francia e Germania sembrano iniziare ad avvicinarsi, incalzate dalla profondità della crisi in corso, che rischia di spazzare via l’Europa dalla scena internazionale e che ne minaccia fortemente la coesione sociale. Quale il terreno di incontro?

Il Consiglio europeo del 7-8 febbraio, conclusosi con un criticatissimo accordo al ribasso sul prossimo bilancio dell’Unione europea, dovrebbe spingere, ancora una volta, ad una riflessione seria e responsabile sul futuro dell’Europa.

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