Non misurabile, non finita: tale è la grandezza fisica ed ontologica del nostro universo, il palcoscenico dove siamo chiamati a balbettare qualche parola, a raccontare con voce bassa e timorosa quale sia la verità, la nostra verità, ancora oggi così pallida, opaca e fragile.
Eppure, cambiare è un'esigenza umana; nonostante tutto, avvertiamo la necessità di muovere piccoli passi in questo spazio senza confini, di migliorare, di avanzare anche solo un millimetro.

Oggi viviamo una situazione di estrema tensione: le idee, i desideri e le sfide dettate dal nostro secolo riguardano il mondo intero, ma gli schemi di comprensione della realtà che ci vengono dati sono obsoleti, vecchi: siamo inseriti in società vecchie, e le società sono organizzate in divisioni geopolitiche vecchie: le nazioni.
Il “sistema nazioni” impedisce lo sviluppo di nuove idee, la crescita di sogni più grandi, la nascita di un mondo migliore, sebbene ancora non perfetto, ancora non vero.
Il salto federale, cioè il passaggio da un sistema geopolitico nazionale ad un sistema geopolitico federale sovranazionale, è un cambiamento naturale, che dovrà avvenire, sperabilmente come conseguenza di una “Rivoluzione pacifica”, prendendo in prestito la profetica espressione di Mario Albertini.

In Europa, la conseguenza immediata di tale necessità, è che solo le parole e gli atti riguardanti la dimensione federale europea potranno essere definiti come atti politici.
Il resto è fumo, vuotezza.
Ed è per questa ragione che positivo e politico è il Rapporto “Completare l'unione economica e monetaria dell'Europa”, redatto dai Cinque presidenti (della Commissione, del Consiglio europeo, dell’Eurogruppo, della Banca centrale europea e del Parlamento europeo) e presentato al Consiglio europeo nel giugno 2015.
Tale rapporto, però, manca di coraggio, forza ed ambizione, come ha ben evidenziato in una recente dichiarazione il Gruppo Spinelli, l’intergruppo formatosi all'interno del Parlamento europeo che riunisce i parlamentari di tutte le forze politiche più convinti ed impegnati a sostegno dell'unificazione europea e della trasformazione federale dell'Unione europea.
Ciò che questa dichiarazione coglie, in sostanza, è il peccato di accidia alla base del documento dei cinque presidenti.
La necessità di portare avanti il progetto di integrazione europea e di operare progressi in direzione di un' unione economica, finanziaria, fiscale e politica viene messa in luce, ma i tempi proposti sono incredibilmente lenti, e noi tutti sappiamo quanto immediatezza e rapidità debbano essere tra le principali parole chiave del salto federale.
“È necessario accelerare il processo di integrazione”; in altre parole è necessario, dopo anni di stagnamento, operare cambiamenti concreti, optare per una reale cessione di sovranità nazionale a favore della costituzione di un effettivo potere politico sovranazionale, non accontentandosi di una blanda cooperazione tra Stati.
È necessario comprendere l'assoluta inutilità, nel lungo termine, di una montagna di regole, in assenza di istituzioni europee con vero potere politico e decisionale.
Infine, è necessario cogliere, nel breve termine, l'assoluta priorità dell'istituzione di un bilancio dell'Eurozona; quanto sarebbe utile, effettivamente, spostare il fuoco di interesse politico europeo sull'Eurozona, che riunisce membri che hanno già accettato un passaggio di sovranità che prelude al salto federale.
In definitiva, ciò che il Gruppo Spinelli, ed in generale l'intero mondo politico federalista rimprovera, è la mancanza di audacia ed intraprendenza di gran parte della classe politica europea, e soprattutto della maggioranza dei governi.

Ma ora è giunto il tempo per cambiare: il prossimo capitolo della storia europea sarà quello dell'Apocalisse, parola di origine greca che non significa Morte, ma Rivelazione.
E quindi, che quest' Apocalisse sia un' occasione di riscatto; difatti, l'Europa e gli europei ancora devono mostrare al mondo il meglio di sé stessi, celato persino agli occhi inquisitori degli dei, immersi nella lettura di pagine di storia macchiate di sangue.

Concordando con le critiche elaborate dal Gruppo Spinelli, concludiamo questo breve articolo con parole che speriamo si possano incidere nei cuori dei lettori, come un grido di passione ed amore per un sogno che non è mai stato così vivo e bello.

Voi tutti, cittadini e politici europei, abbiate il coraggio di osare!

 

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