Mentre la Cina si aggiunge agli USA e alla Russia nella competizione per lo spazio, l'Agenzia spaziale europea (ESA) deve fare i conti con un'Europa ancora divisa.

Editoriale

La necessità di di rafforzare con adeguate riforme istituzionali ed elettorali la governabilità del paese non può far dimenticare che la risposta alla crisi crescente degli Stati europei, e dell’Italia in particolare, dovrebbe avere, come priorità assoluta, la creazione di un nuovo potere statuale europeo capace di riacquisire le “quote crescenti del potere politico perso a livello nazionale”.

Invece di indirizzare le loro energie alla ricerca di soluzioni inefficaci rispetto al problema della mancanza di influenza dei loro Stati, i maggiori leader europei, della Francia e della Germania in particolare, dovrebbero riconoscere che gli interessi generali dei propri cittadini coincidono con quelli dell’Europa nel suo complesso e fondere i loro eserciti e le loro diplomazie all’interno di uno Stato federale europeo.

L’esempio indiano mostra come sia possibile ottenere una solida unità nonostante una popolazione che racchiude un mosaico di diversità sociali, linguistiche e religiose.

C’è chi come la Gran Bretagna spera che l’allargamento della Nato ad est, in sintonia con l’espansione del mercato europeo, sia il modo migliore per contenere la Russia. La realtà sembra invece dimostrare che difficilmente la vecchia Alleanza atlantica guidata da un’America stanca e in difficoltà potrà ancora fare paura al Cremlino nel lungo periodo.

Il risultato delle elezioni politiche di aprile ci pone davanti ad un'alternativa: riorganizzazione federale dello Stato o “secessionismo” fiscale?

Un commento al libro di Giulio Tremonti.

E’ il trionfo del nazionalismo e dei micronazionalismi, dell’identità tra Stato ed etnia. E il nazionalismo e l’intolleranza risultano tanto più evidenti quanto più piccole sono le “nazioni” che aspirano o ottengono “l’indipendenza”.

La questione dell’occupazione dello spazio sta interessando i governi dei vari Stati soprattutto per quanto riguarda l’aspetto militare, ma l’Europa in quanto tale sta a guardare.

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