Il rapporto tra la cancelliera Merkel ed il presidente Hollande è stato interpretato da molti giornalisti e dagli stessi esponenti del mondo politico come un confronto tra destra e sinistra (più precisamente tra austerità e crescita), impersonato da due leader che rappresentano sia forze politiche sia paesi diversi. Pochissimi hanno invece evidenziato come la Germania si sia dichiarata pronta a creare l'unione politica europea, mentre la Francia, per l’eurozona, ha continuato a sostenere la prospettiva intergovernativa.

Il destino del MERCOSUR, il secondo grande processo di integrazione economica tra paesi sovrani oggi in atto, dipende dagli sviluppi della relazione tra Argentina e Brasile.

Francia e Germania sembrano iniziare ad avvicinarsi, incalzate dalla profondità della crisi in corso, che rischia di spazzare via l’Europa dalla scena internazionale e che ne minaccia fortemente la coesione sociale. Quale il terreno di incontro?

Le conclusioni del Forum mondiale dei movimenti sociali di Tunisi mettono ancora una volta in evidenza i limiti dei movimenti internazionalisti e la loro incapacità di rinunciare al mito della sovranità esclusiva degli Stati nazionali.

Il 5 novembre è stato pubblicato in Francia il rapporto stilato dal Commissario generale agli investimenti Louis Gallois, che era stato incaricato dal governo di analizzare lo stato di salute dell’industria del suo paese. Sulla base di questo rapporto, intitolato Patto per la competitività dell’industria francese, il governo ha poi adottato una serie di misure per cercare di rilanciare il settore industriale.

Il deludente esito del dibattito sulle prospettive di finanziamento dell’Unione europea 2014-2020 che si è concluso nell'ultimo Consiglio europeo ha evidenziato come il procedimento intergovernativo a ventisette che caratterizza l'attuale sistema di formazione, gestione e impiego del bilancio europeo non è adeguato a promuovere la crescita, lo sviluppo e l’occupazione per fondare il rilancio economico dell'Europa. L'alternativa è rappresentata dal piano per la così detta unione economica e politica presentato nel blueprint della Commissione europea e nel documento redatto dai quattro presidenti di Consiglio, Commissione, Parlamento e Banca Centrale che prevede la creazione di “un bilancio autonomo per l'eurozona dotato di una capacità fiscale per aiutare i paesi membri ad assorbire gli shock”.

Il 10/10/2012 a Parigi è naufragato l’importante accordo tra due grandi imprese di difesa europee la BAE Systems e la EADS con amministratori, rispettivamente, Ian King e Tom Enders. Sarebbe stata l'opposizione del governo di Londra alla proposta dei negoziatori tedeschi di portare al 9% la partecipazione azionaria di Berlino, esattamente la stessa nelle mani della Francia, a causare il naufragio della trattativa, in quanto tale aumento di partecipazione era condizione necessaria per l’approvazione da parte tedesca del progetto di fusione. Il progetto di fusione prevedeva che il 60% della nuova azienda fosse nelle mani di Bae Systems, mentre il restante 40% fosse nelle mani del consorzio franco-tedesco EADS. La fusione che avrebbe portato alla nascita di un colosso da 70 miliardi di euro di fatturato e 220 mila dipendenti.

Mario Monti dialoga con l'eurodeputata Goulard sull'unico futuro possibile per l'Europa. In questi mesi di dibattito serrato tra europeisti ed euroscettici, l’ex premier Mario Monti e l'eurodeputata Goulard scrivono un manifesto politico fuori dai loro ambienti istituzionali per richiamare in modo netto e preciso l'importanza dell'Europa, il cammino intrapreso fino ad ora, ma soprattutto quel cammino ancora da compiere per avere un'Europa politica che sia la sede della Democrazia.

Ripubblichiamo, a vent'anni di distanza, in questo momento di grave confusione del sistema politico italiano, il testo della mozione proposta da Albertini ed approvata dal Comitato centrale del MFE il 13 marzo 1993.

L’Italia si avvicina alle elezioni politiche e l’Europa trema. La politica italiana è sotto i riflettori, come un sorvegliato speciale, perché non è esagerato dire che attorno alle elezioni italiane ruota molto del futuro dell’Europa.

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