Mondo

Quale ruolo per l’Europa a fronte della nuova politica di difesa americana?

I cambiamenti in atto sono frutto della transizione verso un nuovo ordine mondiale, i cui tratti sono ancora molto difficili da delineare. In assenza, infatti, di prospettive alternative alla pax americana, il rischio, serio e drammatico, soprattutto per le popolazioni, è che la battaglia per la democrazia e il progresso non trovi sbocchi effettivi, e che le tensioni crescano aprendo la strada a nuovi regimi oppressivi.

La mancanza di unità politica degli Europei non è solo un ostacolo alla crescita e allo sviluppo del nostro continente, ma è un pericolo per la stabilità mondiale.

Negli ultimi tempi le occasioni di incomprensione tra Europa e USA non sono mancate. L’Europa ha perso ormai il valore strategico di un tempo e gli americani tendono a rapportarsi con gli europei sulla base dei risultati immediati che pensano di poter ottenere.

La Cina investe sempre di più in progetti in campo energetico, nelle infrastrutture e nelle nuove tecnologie che sono destinati ad avere una ricaduta in termini geopolitici in diverse regioni del mondo.

A Pittsburgh, per cercare di tenere sotto controllo la finanza internazionale, si è deciso di creare un’autorità di supervisione, il Financial Stability Board, e di ridurre i premi dei grandi manager bancari. Per contro non è stato approntato alcun piano comune contro la disoccupazione che resta molto alta. Che cosa significa tutto ciò?

La struttura economica giapponese, già in affanno per la globalizzazione, è stata incrinata dalla crisi: mentre gli impiegati nipponici vengono licenziati, salutando a malincuore il welfare state, le aziende pensano a delocalizzare in altri paesi asiatici.

Obama ha messo di nuovo al centro della politica internazionale la questione del disarmo nucleare, prospettando un nuovo modo di affrontarla che vada oltre la politica dei trattati. Qual’è la risposta degli Europei?

Nonostante sia sempre stata all’avanguardia nella sua azione in difesa dell’ambiente e abbia dichiarato di voler ridurre le sue emissioni del 20% entro il 2020, negli ultimi anni l’Ue sta mostrando tutti i limiti e le difficoltà di dover coordinare molte plici politiche nazionali.

Le contraddizioni della politica turca e l’irresponsabilità dell’Unione europea.

Informazioni aggiuntive