Nelle elezioni locali del 28 settembre gli indipendentisti catalani non hanno ottenuto il plebiscito sperato. Rimane però in Europa il problema di come gli Stati nazionali possano riuscire a garantire un quadro politico stabile e duraturo nel lungo periodo.

Con la presentazione del suo nuovo libro, Guy Verhofstadt, rapporteur alla Commissione del PE per gli Affari costituzionali, scende in campo e lancia il suo progetto per una riforma radicale dei Trattati per dar vita ad un governo federale dell’Europa.

La mancanza di una unione politica dell’Europa si manifesta ogni giorno con il caos che vediamo ai nostri confini. E in questo caos la Russia torna a mostrare la propria volontà di potenza anche nel Mediterraneo oltre che in Ucraina.

Il Consiglio del 22 settembre ha approvato la proposta della Commissione di ricollocare in 24 mesi 120.000 rifugiati che hanno raggiunto la Grecia, l’Italia e l’Ungheria, ma con questo non si può certo pensare che il problema dell’immigrazione sia risolto.

Dieselgate ha messo in luce quanto sia paradossale il forte legame tra governi e grandi industrie nazionali in un contesto di forte interdipendenza economica. Per l’Europa questo è il momento di interrogarsi sul futuro della propria politica ambientale ed industriale.

i Presidenti dei Parlamenti italiano, francese, tedesco e del Lussemburgo, che detiene la Presidenza del Consiglio dell’UE, hanno firmato, con una solenne cerimonia a Roma, una dichiarazione dal titolo “Più integrazione europea: la strada da percorrere”.

“No a un’Unione europea dei muri”. Sono le parole di Jean-Claude Juncker in un recente intervento sul giornale Die Welt. Ma quali sono le cause che lo hanno spinto a fare questa dichiarazione, dopo 26 anni dalla caduta del muro di Berlino?

Il Rapporto “Completare l'unione economica e monetaria dell'Europa”, redatto di presidenti delle cinque principali istituzioni europee manca di coraggio, forza ed ambizione, come ha ben evidenziato il Gruppo Spinelli.

L’integrazione in ambito militare può avanzare solo se i paesi che più sono andati avanti nel processo di integrazione europea affrontano la delicata questione della cessione di sovranità e della ripartizione dei poteri tra le istituzioni nazionali e quelle europee.

L’ISIS non pensa se stessa come un’organizzazione terroristica ma come il nucleo di un nuovo Stato. Di fronte a questa minaccia, la comunità internazionale si mostra divisa e in Europa manca del tutto una strategia comune.

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