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La mancata assunzione di responsabilità da parte degli europei è una delle cause che alimenta le tensioni tra USA e Russia.

Mentre la Cina si aggiunge agli USA e alla Russia nella competizione per lo spazio, l'Agenzia spaziale europea (ESA) deve fare i conti con un'Europa ancora divisa.

L’esempio indiano mostra come sia possibile ottenere una solida unità nonostante una popolazione che racchiude un mosaico di diversità sociali, linguistiche e religiose.

C’è chi come la Gran Bretagna spera che l’allargamento della Nato ad est, in sintonia con l’espansione del mercato europeo, sia il modo migliore per contenere la Russia. La realtà sembra invece dimostrare che difficilmente la vecchia Alleanza atlantica guidata da un’America stanca e in difficoltà potrà ancora fare paura al Cremlino nel lungo periodo.

La questione dell’occupazione dello spazio sta interessando i governi dei vari Stati soprattutto per quanto riguarda l’aspetto militare, ma l’Europa in quanto tale sta a guardare.

Nonostante l’Europa abbia promosso per prima politiche di cooperazione con l’Africa e sia al primo posto nelle sovvenzioni a favore di questo continente, è evidente il divario della sua azione rispetto a quella della Cina.

La nuova Turchia alla prova dello sviluppo economico, della modernizzazione delle sue istituzioni e delle nuove sfide regionali.

Al di là degli auspici e della retorica transatlantica, nell’ambito delle politiche del WTO, tra le due sponde dell’atlantico permangono invece notevoli differenze e contrasti nella strategie commerciali.

Lo strumento che dovrebbe difendere parte dell’Europa da possibili attacchi iraniani è la nuova pedina del Pentagono nello scacchiere europeo, in una partita giocata con il rivale di sempre: la Russia.

Il Cremlino, pur con tutte le inevitabili difficoltà, non solo persegue in campo energetico una politica di potenza consapevole e determinata nei confronti dei vicini, ma sta riuscendo anche a realizzarla con successo.

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